Roberto Cipresso: il vino tra arte e poesia

Articoli correlati

Il vino è emozione, poesia, è arte che si libra sinuosa in un calice, ci pervade di ricordi e di emozioni che spesso restano indelebili. “Un giorno, bevendo un vino, ho pianto” è così che potrebbe iniziare una storia d’amore, di quelle che lasciano il segno, quelle storie che segnano, in maniera inesorabile, le vite di chi le vive, come quella di Roberto Cipresso e del suo vino, veneto di nascita ma, ormai, toscano d’adozione.

La sua vivacità, il suo essere dinamico e il suo amore per il “nettare sacro” lo hanno portato ai vertici internazionali dei winemaker. La sua storia è ricca e ramificata come i filari di una vigna in estate, il suo lavoro è la sua vita e la sua vita è il suo lavoro. Ma la straordinaria personalità di Cipresso non è di certo “relegata” solo al mondo sacro e sacrale di Montalcino; il suo essere dinamico lo porta a girovagare per il mondo, confrontandosi con culture diverse, pensieri differenti che forgiano in lui una multiculturalità internazionale.

Il centro di questa rivoluzione enologica gentile è a Montalcino, zona vocata da sempre per la produzione dei grandi cavalli di battaglia dell’enologia italiana, tra tutti il Brunello. In un territorio a confine tra arte bucolica e poesia enologica si distende, sulla nostra cartina geografica, il 43° Parallelo Nord. Una linea immaginaria che abbraccia, lungo il suo cammino, elementi naturali e paesaggistici senza tralasciare tuttavia l’arte e la misticità ultraterrena.

Il 43° parallelo abbraccia il creato, il meglio che il centro Italia possa offrirci a livello enologico (Sangiovese, Sagrantino e Montepulciano sono i tre vitigni che compongono La Quadratura del Cerchio) ma si sposa anche con il meraviglioso centro culturale dove il vino trova la sua culla, la Georgia, passa per Medjugorje e Santiago de Compostela arrivando a baciare l’Oregon, la terra delle nuove opportunità enologiche dove il sole che sorge accarezza le distese del Nuovo Mondo.

Coccolati dalle meravigliose creazioni di Riccardo e Sonia della taverna urbana Elle et Lui di Valmontone, ospiti d’eccezione per l’occasione all’Enoteca Il Punto Wine & Food di Colleferro di Massimo Scardella, ho avuto il piacere di assaggiare tre vini di Roberto Cipresso, tre diverse espressioni del territorio e della sua magnifica creatività.

Polpettine di carne con brodo ristretto di porcini e insalatina di mela verde

Il primo vino in degustazione è Altrove Rosè, un brut metodo Charmat ottenuto da uve Sangiovese della vigna di Poggio al Sole. Ottimo compagno di bevute, non troppo impegnativo, leggero ma appagante al gusto con richiami di piccoli frutti rossi.

Dopo aver piacevolmente saziato il gusto con il piatto di Chef Riccardo Cori composto da polpettine di carne con brodo ristretto di porcini e insalatina di mela verde, sono passato all’assaggio del secondo vino in degustazione.

Cannellone di mortadella con cipolla caramellata e gel di pecorino

Qui la classicità regna sovrana, la tradizione incontra la magnificenza di un territorio senza tempo. Il Rosso di Montalcino di Roberto Cipresso, composto dal Sangiovese in tutta la sua immacolata purezza, è un sorso di vita, un sorriso che appaga il palato. Un rubino intenso tendente al granato apre ad un olfatto seducente e dinamico, proprio come le idee di Cipresso. A farla da padrone sono le prugne dapprima, per poi aprirsi verso un tocco di more, muschio ed erbe aromatiche. Coerente al palato con un finale gustoso, tannini setosi e gentili che ben si sposano con il cannellone di mortadella con cipolla caramellata e gel di pecorino.

Pancia di maiale CBT con patate, finocchi e salsa Teriaky

Il terzo assaggio, in crescendo come la sinfonia n.9 op.68 di Beethoven, è La Quadratura del Cerchio, un blend dei tre vigneti baciati dal 43° Parallelo Nord. Sangiovese, Montepulciano e Sagrantino. Una convivenza di tre comprimari nel calice. Tre direttori d’orchestra che fanno danzare le nostre idee, il nostro cuore e le nostre emozioni. Un colore granato impenetrabile tinge il nostro olfatto di sentori suadenti, dapprima la mora di rovo incastonata in un legno di sagrestia che apre ai sentori di bollo pontificio in ceralacca, poi l’inchiostro e le spezie ci iniziano ad un assaggio pieno, morbido e possente. Un vino che apre il cuore e che ben si sposa al piatto proposto da Chef Cori, ovvero la pancia di maiale CBT con patate, finocchi e salsa Teriaky.

Roberto Cipresso rappresenta quello che nella vita dovrebbe essere il concetto di lavoro. Vivere per la propria passione e lavorare per e con passione. Un percorso lungimirante, ricco di idee, sperimentazioni e innovazioni che lasciano il segno nel calice e quindi nel cuore.

Dello stesso argomento...

pubblicitàspot_img

articoli più letti